martedì 22 gennaio 2013

LA STRANGOLATRICE


Facevo la quarta ginnasio. 
1976, movimento studentesco in fermento, Brigate Rosse, etc. In una delle tante assemblee del mio fighissimo liceo classico di Torino, conosco una tizia – bellissima, più grande di me di tre anni e quindi sentimentalmente irraggiungibile come un’attrice di Hollywood rispetto ad un moribondo sulle strade di Calcutta - che era una famosa leaderina studentesca e ultrapopolare.  Ne subisco (moderatamente) da lontano il fascino, io povero “quartino” in apprendistato politico. 

Negli anni ne ricordo il nomecognome (bello, strano) che  l’altro giorno, mentre leggo un articolo sul terrorismo, trovo citato come una delle brigatiste che, fra l'altro, partecipò allo strangolamento di un’altra compagna, sospettata di delazione.  Cerco sul web e scopro che si è fatta una decina di anni di galera, che si è dissociata, che adesso lavora nel classico posto dove lavorano gli ex terroristi. Vedo una foto e la riconosco (credo).
Insomma, boh,  mi ha fatto effetto. Pensare che questa  impediva alle guardie di soccorrere una donna mentre un’altra la stava strangolando, mi fa pensare.  Me la ricordavo diversa. Chissà se ha rimorsi, se si sogna di notte la scena. 
Meno male che ho avuto in dono un bel po’ di scetticismo, che mi impedisce di credere a Dio, all'astrologia e alle Verità Assolute , come la verità brigatista di allora. 

7 commenti:

  1. meno male
    (niente di meglio della dissociazione per dissolvere i rimorsi, temo)
    ciao

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  2. le persone sbagliano, le persone pagano, le persone cambiano. e noi non possiamo fare altro che riconoscergli questa possibilità.

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  3. Smarrimento. Quelle notizie che spiazzano...

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  4. Bravo, io non credo manco a me stessa (figuriamoci il resto ;)
    Leela

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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