Mia madre sta morendo, a 89 anni. In questo non c'è niente di strano, ma sono stupito di sentire un dolore così forte, per qualcosa di così ordinario, qualcosa che capita a quasi tutte le persone. Sembra qualcosa di ingovernabile, per qualcosa di ordinario, di aspettato. Soffro ed è una sofferenza che rientra nella norma di miliardi di persone.
areaditransito
I knew him, Horatio: a fellow of infinite jests, of most excellent fancy

venerdì 4 aprile 2025
giovedì 19 dicembre 2024
Ultimamente piango spesso. Troppo spesso. Per la maggior parte sono pianti motivati - mia madre sta avvicinandosi alla morte e dopo decenni di durezza si scioglie in un mare di affetto - ma c'è una parte di emotività improvvisa ed esagerata, non giustificata dalle situazioni. .
Non so sia un sintomo di un'incipiente depressione o di un normale rincoglionimento senile. Boh.
Però è faticoso mantenere atteggiamenti distaccati quando invece senti una botta di commozione che sale.
lunedì 5 agosto 2019
mercoledì 11 ottobre 2017
La scelta di non aver voluto figli è l'unica, di quelle importanti, su cui non ho mai nutrito alcun dubbio negli ultimi quarantanni.
Le motivazioni sono cambiate nel tempo ma da venti venticinque anni la ragione preponderante è che non mi piacciono i genitori e il loro modo di educare. E visto che non sono migliore delle altre persone, credo che non mi sarei staccato dallo stereotipo.
Tutto lì.
Le motivazioni sono cambiate nel tempo ma da venti venticinque anni la ragione preponderante è che non mi piacciono i genitori e il loro modo di educare. E visto che non sono migliore delle altre persone, credo che non mi sarei staccato dallo stereotipo.
Tutto lì.
giovedì 7 settembre 2017
della morte e di altro
prima guardavo il cellulare e ho avuto un'incredibile spinta a telefonare al numero di Roberto, morto il 14 gennaio di quest'anno.
incredibile vuole dire che ho fatto fatica a non farlo e poi mi sono messo a piangere.
ecco
incredibile vuole dire che ho fatto fatica a non farlo e poi mi sono messo a piangere.
ecco
giovedì 23 febbraio 2017
giovedì 12 gennaio 2017
Uno dei miei livres de chevet è “Iscrizioni funerarie sortilegi e pronostici di Roma antica”.
Prima – sfogliandolo dopo la consueta vittoria allo Stadium della Bella Signora – ho riletto la (per me) mitica iscrizione di “Amabile gladiatore, nato in Dacia. Si batté in tredici incontri. Giocato dal fato, non dall'avversario.”
“Fato deceptus non ab homine” Che bello, eh. E ho pensato (aiutato da un bicchierino di Calvados Chateau du Breil 1998, gentilmente regalatomi) che mi piacerebbe avere un epitaffio del genere sulla mia tomba. Poi, nonostante il bicchierino, ho consapevolmente accettato il fatto che non faccio più in tempo a fare il gladiatore (lavoro desueto, comunque), che lavoro in banca e che probabilmente non il fato, ma un infermiere della casa di riposo mi ammazzerà a schiaffoni per aver pisciato troppe volte il letto.
Vabbè, dai, un altro bicchierino di Calvados.
Prima – sfogliandolo dopo la consueta vittoria allo Stadium della Bella Signora – ho riletto la (per me) mitica iscrizione di “Amabile gladiatore, nato in Dacia. Si batté in tredici incontri. Giocato dal fato, non dall'avversario.”
“Fato deceptus non ab homine” Che bello, eh. E ho pensato (aiutato da un bicchierino di Calvados Chateau du Breil 1998, gentilmente regalatomi) che mi piacerebbe avere un epitaffio del genere sulla mia tomba. Poi, nonostante il bicchierino, ho consapevolmente accettato il fatto che non faccio più in tempo a fare il gladiatore (lavoro desueto, comunque), che lavoro in banca e che probabilmente non il fato, ma un infermiere della casa di riposo mi ammazzerà a schiaffoni per aver pisciato troppe volte il letto.
Vabbè, dai, un altro bicchierino di Calvados.
Iscriviti a:
Post (Atom)