La vista è di un posto affollato, di malati e di parenti. La gran parte vecchi, con articolate malattie ed una leggera preponderanza di malattie ortopediche – quattro fratture di femori, ieri.
Il suono è costituito da qualche lamento continuo – mifamalemifamalemifamale – dalla concitazione di medici e infermieri, dal chiacchiericcio dei parenti (dopo qualche ora, quando tempo e noia ti spingono a familiarizzare)
L’odore è ovviamente di disinfettante, più qualche puzza varia e persistente, enfatizzata dal caldo torrido. Poi l’effluvio dei cibidaospedale , tutto particolare.
Il gusto è quello dell’orribile panino che ti decidi a mangiare alle tremmezzo, quando hai proprio fame.
Il tatto è quello della pelle sudata che asciughi leggermente, che tanto non puoi fargli altro.
mi dispiace
RispondiEliminaauguri di cuore e un abbraccio
ciao
Spero sia un ricordo passato e non un fatto attuale...
RispondiEliminaTi abbraccio in ogni caso!
Eh si,Cinas, purtroppo non possiamo fargi altro, lo sappiamo bene; solo accompagnarli.
RispondiEliminaOlimpia
Dare un senso alle cose. A volte è necessario per cercarlo.
RispondiEliminaCiao Cinas.
triste, saper di non poter fare altro.
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