sabato 14 gennaio 2012

OTTIMALISTA!

io pensavo di essere un volgarissimo cazzaro.
uno che raramente finisce le cose che inizia, che applica costantemente un efficace pressapochismo, che fa casino, che si perde le cose, che se perde le cose si consola con qualcosa invece di punirsi,  uno che sostituisce allegramente gli scampi con le mazzancolle, che insomma i dettagli sono fondamentali, sì, ma per Bosch e Vermeeer, mica per me.
Un cazzaro, insomma.
E invece, oh meraviglia! Mi imbatto in questo libro (appartenente alla categoria della psicologia facilona, scritta da chi ha cinque lauree, ma destinata a chi sa appena leggere e quindi depurata da ogni concetto appena appena complesso) che mi appare invero bellissimo, dal momento che mi spiega con dovizia di particolari (più e più volte, avete mai notato come i testi di psicologia divulgativi reiterino i ragionamenti di continuo)  che io NON sono un volgarissimo cazzaro, bensì un raffinato "Ottimalista", molto ma molto più fico di quei poveracci dei "Perfezionisti".

Il libro è questo : "La felicita in tasca" di Tal Ben-Shahar e ovviamente è per me un testo sacro (magari poi lo finisco di leggere, ma tanto adesso lo posso interrompere senza sensi di colpa e va bene così).



9 commenti:

  1. "uno che raramente finisce le cose che inizia, che applica costantemente un efficace pressapochismo, che fa casino, che si perde le cose, che se perde le cose si consola con qualcosa invece di punirsi, uno che sostituisce allegramente gli scampi con le mazzancolle"

    riscrivi al femminile e hai fatto il mio ritratto. corro a mettere il libro nella wish list di anobii.

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  2. anch'io mi riconosco, lo leggerò!

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  3. ma non è che sia un gran libro, eh. però mi giustifica.

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  4. mi piace ma non credo che avrò bisogno di leggerlo
    ciao

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  5. ma io avevo lasciato un commento che non trovo. lo hai cancellato perchè dicevo che gli ottimalisti alla fine son peggio dei precisini, perchè in più son cazzari e sconclusionati? vespi

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  6. yban, bisogno, credo nessuno, eh.

    vespi, figurati se cancello commenti.
    Ho lasciato quelli che mi definivano fascista, cretino, contento della morte di Carlo Giuliani, uno che parla dell?Olocausto "per caricare nei salotti", etc.
    gli ottimalisti mica sono precisini, comunque. cioè, a me piacerebbe essere definito precisino, almeno in qualcosa. ma non capita mai.

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  7. Ma il libro dice se "l'ottimalismo" si può imparare? Mi sembra una splendida alternativa alla frustrazione (per la precisione mancata). Ne avrei di gran bisogno...

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  8. Bè, si. il libro spiega come abbandonare il Perfezionimo e passare all'Ottimalismo.

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  9. ti assicuro, il perfezionismo è l'inferno. Il perfezionista non sa scegliere tra l'errore e l'approssimazione, proprio non riesce a distinguerli, ed è pertanto condannato a tappare ogni invisibile falla nel costante terrore che sia in realtà una voragine.

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